Un tuffo in un profondo mare per toccarne il fondo e poi cercare di risalire. Una corsa senza fiato dentro i sogni, i desideri, ma anche gli incubi e le paure che sono parte integrante della vita di tutti noi. Il racconto di un viaggio di ventiquattro ore nel quale i due protagonisti maschili ripercorrono le tappe fondamentali della loro vita e si guardano per la prima volta allo specchio alla ricerca di consapevolezza. Un’esperienza seria e allo stesso tempo divertente dentro quei meccanismi con i quali processiamo la nostra esistenza. Uno spaccato di vita alla ricerca della felicità utilizzando una mappa comportamentale, che abbiamo sperimentato sin da bambini e che ci ha portato a esiti positivi in diverse occasioni, dalla quale, da adulti, non possiamo prescindere indipendentemente dai risultati a cui ci conduce.
“Fissavo il bicchiere davanti a me come ipnotizzato dal perlate dello spumante, quasi che le bollicine mi potessero ispirare qualche suggerimento o dessero risposta alle mie ansie, ai miei continui dubbi. Ero distante dalla serata come non mi era mai successo e il motivo era uno solo: Lorenzo, quell’uomo entrato così inaspettatamente nella mia vita, stava mandando all’aria tutte le mie certezze e in un certo senso mi stava imponendo di mettermi in gioco, in gioco con me stesso.” Basato su un’esperienza realmente accaduta, il romanzo narra la storia di una relazione passionale e tormentata, un rapporto difficile che si snoda tra la voglia di amare liberamente e l’obbligo al silenzio, alla rinuncia e alla finzione. Sullo sfondo, la famiglia: il rapporto del protagonista con la madre e il padre e l’assenza di dialogo tra fratelli. Un piccolo grande contributo per ricordare che l’amore non ha corsie differenziali e non fa differenze tra sessi: è amore e basta.
Il viaggio di un’identità, quella sarda, che si cristallizza coll’avanzare del tempo; un unico protagonista che attraversa due secoli per spaccarli, che pianta una lancia nei complessi meccanismi che fanno muovere il mondo per renderlo quasi apparentemente statico e fuori dal tempo stesso, com’è d’altronde lo scorrere della vita in Sardegna. Un viaggio in cui la vita e la morte, l’estasi e la noia, l’amore e l’odio, l’unione e la solitudine si prendono a braccetto e si mischiano senza che vi sia discriminazione e differenza.
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