Portrait – Davide Forte

13.00

Il viaggio di un’identità, quella sarda, che si cristallizza coll’avanzare del tempo; un unico protagonista che attraversa due secoli per spaccarli, che pianta una lancia nei complessi meccanismi che fanno muovere il mondo per renderlo quasi apparentemente statico e fuori dal tempo stesso, com’è d’altronde lo scorrere della vita in Sardegna. Un viaggio in cui la vita e la morte, l’estasi e la noia, l’amore e l’odio, l’unione e la solitudine si prendono a braccetto e si mischiano senza che vi sia discriminazione e differenza.

L’equivalente dei sogni – Davide Forte

13.00

Un tuffo in un profondo mare per toccarne il fondo e poi cercare di risalire. Una corsa senza fiato dentro i sogni, i desideri, ma anche gli incubi e le paure che sono parte integrante della vita di tutti noi. Il racconto di un viaggio di ventiquattro ore nel quale i due protagonisti maschili ripercorrono le tappe fondamentali della loro vita e si guardano per la prima volta allo specchio alla ricerca di consapevolezza. Un’esperienza seria e allo stesso tempo divertente dentro quei meccanismi con i quali processiamo la nostra esistenza. Uno spaccato di vita alla ricerca della felicità utilizzando una mappa comportamentale, che abbiamo sperimentato sin da bambini e che ci ha portato a esiti positivi in diverse occasioni, dalla quale, da adulti, non possiamo prescindere indipendentemente dai risultati a cui ci conduce.

Storie da un altro mondo – Davide Forte

12.35
Leonardo, di origine sarda, ma fuggito in gioventù dall’isola nel tentativo di lasciarsi alle spalle il suo passato, è il giornalista incaricato per questo compito. Ritrova sopra la scrivania del suo ufficio un plico contenente un dossier, in esso tutta una serie di articoli che narrano le vicende di una famiglia di pescatori accadute ormai da più di vent’anni.
“Continuo a sfogliare quelle carte […] e mi rimbalzano in testa le stesse parole: tre fratelli, un ragazzo, autistico, occhi blu, una ragazza, Blu, una minorenne, un morto, una violenza, un maggiorenne, la sorella, Roberto, Laura, il mare, la pesca, blu, un fucile.”
Nella difficile costruzione del suo articolo Leonardo, che prima di allora non aveva nessuna intenzione di tornare in Sardegna, deve fare i conti con i ricordi, i suoi, che affiorano con maggiore insistenza ogni minuto in più di permanenza in quei luoghi e che gli permettono, in maniera violenta, di ricongiungersi con la propria identità.
“Dopo aver parcheggiato ci dirigiamo ai piedi di una lunghissima scalinata […].
C’è già un po’ di gente e loro conoscono alcuni e li salutano, ma alcuni conoscono altri che ci vengono presentati e alla fine tutti ci conosciamo, persino io, che forse non conosco neanche me stesso, ma, a furia di sentire chi sono dagli altri che mi presentano ad altri ancora, una qualche idea di me, forse, me la sono fatta.”