Lettere dal confine orientale – Maria Teresa Rossitto

13.00

Per troppo tempo, per ragioni storiche e politiche, il silenzio ha privato gli istriani di un corretto giudizio. Per troppi anni sono stati considerati profughi fascisti che si dovevano vergognare di essere fuggiti dalla nascente Repubblica Federale Iugoslava, ultimo baluardo del confine del blocco sovietico. Il muro del silenzio, mai veramente ermetico, è stato rotto a più riprese dalla destra italiana. Poche personalità provenienti dalla sinistra, passati i decenni, hanno alzato la voce in difesa di una verità scomoda al Partito Comunista Italiano. Associazioni dalmate istriane ne sono nate tante, ma difficilmente hanno avuto quella visibilità a livello nazionale che le vicissitudini della diaspora avrebbero meritato. A pochi il nome di Vergarolla evocherà qualcosa, anche se fu un’immane tragedia in cui molti polesani persero la vita. Per molti di noi, il ricordo che Trieste ritornò Italiana a due lustri dalla fine della guerra è un ricordo flebile, scolastico e, forse, retorico.

La conquista delle terre selvagge (1800-1850) – Domenico Rizzi

13.30

La parte più importante della storia del West americano si concentra nel periodo fra il 1803 e il 1850, al tempo della corsa all’oro della California. Nel periodo intermedio, gli Stati Uniti esplorarono e conquistarono quasi tutti i territori situati tra il fiume Mississippi e la costa del Pacifico, incorporando la repubblica del Texas resasi indipendente dal Messico nel 1836, la California, l’Arizona e il New Mexico sottratti ai messicani con la vittoriosa guerra del 1846-48 e ottenendo dal Canada britannico l’immensa regione dell’Oregon. La grande avventura della conquista registrò nomi destinati a una fama immortale, quali Meriwether Lewis, William Clark, Zebulon Pike, John Colter, Davy Crockett, Jedediah Smith, Jim Bridger e Kit Carson.

Cavallo Pazzo-L’uomo la storia il mito – Domenico Rizzi

13.30

La storia di Cavallo Pazzo come non è stata mai raccontata, con la scoperta delle sue debolezze, delle intemperanze e di un anticonformismo spinto all’eccesso che gli impedì di diventare ufficialmente il capo di una nazione. Trascinatore di uomini, ribelle alle convenzioni e convinto di dover obbedire ad un infau- sto destino che gli era già stato rivelato dagli spiriti, il fiero combattente degli Oglala fu tra i pochi a rendersi conto della minaccia rappresentata dai Bianchi e ad adottare una nuova concezione della guerra. Finiti i tempi in cui i Sioux si misuravano sul campo con i Crow, gli Shoshone, gli Assiniboine e i Pawnee per vantarsi dei propri successi, era iniziata l’era in cui occorreva uccidere il maggior numero possibile di avversari per arginare l’avanzata dei Wasichu, la gente dalla pelle chiara che intendeva impossessarsi delle terre occidenta- li: un sogno praticamente impossibile, che poneva poche migliaia di Indiani difronte a milioni di emigranti e colonizzatori. Ma la vita di Cavallo Pazzo non si svolse soltanto sui campi di battaglia, dove il suo ardore soffocava i tormenti interiori per non essere riuscito a sposare la donna amata, ave- re perso una figlia ancora bambina, un fratello e gli amici più cari. A tale crucci si aggiungeva la desolante immagine della disgregazione dei Teton o Lakota e perfino una spaccatura in seno alla sua stessa tribù, gli Oglala, divisi da invidie e rancori e incapaci di fare fronte comune contro l’Uomo Bianco. Il vero Cavallo Pazzo, celebrato soprattutto per la vittoria di Litt- le Big Horn contro il generale Custer aveva ben poco di quanto hanno narrato decine di pubblicazioni quasi sempre incentrate sullo scontro fra Americani e nativi. Combattente per anni contro tribù nemiche, non ricoprì mai cariche politiche né incarichi militari di rilievo, diventando suo malgrado un leader di fatto dei guerrieri più determinati e corag- giosi. Quando si arrese ai vincitori nel 1877, dovette difendersi sia dalla diffidenza dei Bianchi che dalla gelosia e dalle insinuazioni della propria gente, che lo spinsero all’ultimo fatale gesto di ribellione. La sua morte lo trasformò in un mito, che la gigantesca scultura in lavora- zione da anni in una montagna del South Dakota intende perpetuare quale simbolo intramontabile dei fieri abitatori delle Grandi Pianure.

Il cuore e la sfida-Storia e racconti di un’epopea – Domenico Rizzi

14.00

Una guida di carovane con un oscuro passato, contesa da due ragazze gelose; un caporale afro-americano disprezzato da un’aristocratica del Sud, moglie del suo comandante; un vicesceriffo federale innamorato della prigioniera che deve condurre a processo per omicidio; un uomo in cerca di una sorella rapita dai Cheyenne che si imbatte in una squaw della stessa tribù. Sono le trame dei racconti “La ragazza della carovana”, “Buffalo Soldier” e “Donna cheyenne”. Invece “La faida di Shawnee Fork” riporta ad una feroce contesa fra allevatori per l’utilizzo dell’unico corso d’acqua della regione, destinata ad un inevita- bile scontro armato, che sarà ancora una volta una donna ad interrompere prima che sfoci in tragedia. Il quinto racconto, “Il cuore e la sfida”, che dà il titolo all’intera antologia, rientra fra i classici della tradizione western, quel- lo dei pistoleri che si guadagnano da vivere uccidendo. Questa volta però, ci si trova di fronte ad un gunman pentito, che tenterà invano di rifarsi una vita più tranquilla con una bella ragazza messicana, prima che gli eventi lo spingano ad impugnare nuovamente le sue Colt, per riprendere la pericolosa esistenza di un tempo fino alle sue fatali conseguenze. Un libro che racconta il West della realtà, lasciando da parte la leggenda alimentata da cinema, letteratura e fumetti. Non ci sono eroi in queste cinque storie, ma piuttosto persone segnate dalla sorte, uomini innamorati di una donna o all’inseguimento di un sogno quasi impossibile e ragazze che si ribellano alle convenzioni e all’etica imperante del momento, sfidando la propria famiglia. Gli Indiani appaiono talvolta come vittime, ma anche come spietati incursori; i soldati dalla pelle nera obbediscono al loro ineluttabile destino, sperando in un giorno in cui saranno riscattati dalla misera con- dizione in cui versano; le donne relegate in un ruolo subordinato ai padri-padroni riusciranno a spuntarla, contrapponendo l’amore all’odio che ha diviso le loro famiglie in lotta. La pacificazione delle terre selvagge passa anche attraverso questi protagonisti dei quali la storia ufficiale non fa menzione, lasciando alle infinite invenzioni della leggenda il compito di narrarne le gesta.

Quel onda divide– Maura Maffei

14.25

Ciara lavora come decoratrice nella rinomata fabbrica di porcellane di Belleek e si sente da sempre come “una semplice spiga di lavanda tra le rose opulente”.È la sorella di un prete cattolico e, da un anno, èfidanzata con uno straniero: si chiama Stefano, è italiano e, a sorpresa, l’ha chiesta in moglie,mutando il suo grigio destino in un sogno. Ma il giorno fissato per le nozze, mentre una folla di curiosi mormora in chiesa, lui non si presenta e Ciara rimane sola davanti all’altare. Ferita e umiliata, a questo punto pretende una spiegazione e decide di affrontare l’uomo che l’ha ingannata. Parte così per Glasgow, dove Stefano vive. Ciò che scoprirà non sarà un banale tradimento ma il dramma di migliaia di italiane e di italiani che, allora, vivevano da emigrati nel Regno Unito e che Maura Maffei, dopo “Quel che abisso tace”, torna a narrarci in un potente e commosso affresco.

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Piacenza liberata – Ermanno Mariani

15.00

Piacenza Liberata è l’opera più completa sugli ultimi mesi della guerra civile nel piacentino.
Un’opera fortunata che dopo due edizioni, ottobre 2006 e dicembre 2006, era da tempo completamente esaurita e che oggi, aprile 2016, Parallelo45 ripropone in una terza edizione valorizzata da una nuova veste grafica, riveduta e corretta dall’autore.
Piacenza Liberata è la storia della liberazione della città dai nazifascisti. Mariani ricostruisce gli avvenimenti che precedettero la liberazione: una feroce guerra di spie, la ritirata dei presidi fascisti fra duri combattimenti, rappresaglie, fucilazioni, impietosi bombardamenti aerei che per sempre hanno cambiato il volto della città.

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LAMPADA ARDENTE– Maura Maffei

15.00

Parigi, primavera 1789

Al tramonto di un’epoca, mentre l’aristocrazia francese scivola a passo indolente verso il baratro, s’intrecciano i destini di quattro giovani assai diversi tra loro. Antain è un letterato irlandese, costretto a impartire lezioni d’inglese per mantenersi: s’innamorerà della sua nobile allieva e questa sarà la sua rovina. Anche Fursa, suo lontano cugino, è di origine irlandese e si fregia del titolo di barone per i meriti acquisiti dal nonno nella Brigata Irlandese al servizio del re di Francia. Ma è appena stato eletto agli Stati Generali come semplice deputato della borghesia. Erwan, invece, è l’erede di un marchese bretone d’antico lignaggio: il suicidio del fratello maggiore lo trasforma da stimato colonnello dei dragoni in un ubriacone. E poi ha commesso l’errore di respingere la fidanzata che gli era stata imposta e che adesso pretende vendetta. Infine c’è Léon, fresco di laurea in Diritto a Reims: il poema blasfemo e licenzioso che ha scritto gli ha scatenato contro la censura e gli ha messo la polizia alle calcagna. Con la presa della Bastiglia, tutto muta e uno solo fra loro, forse proprio quello che sembrava più distante dalla carriera politica, assumerà un ruolo tale da reggere tra le mani, nel bene e nel male, la sorte della Francia negli anni della Rivoluzione e del Terrore.

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Anna che custodì il giovane mago– Maura Maffei

15.00

Anna, marchesa del Monferrato nel XVI secolo, è una donna potente. Discende dall’imperatore Carlo Magno e da Filippo il Bello, re di Francia. Suo figlio Bonifacio sarebbe diventato un principe rispettato da tutte le corti d’Europa, se fosse sopravvissuto a un delitto. Ma il destino ha disseminato la vita della famiglia Paleologo, ramo cadetto di quella che regge l’Impero d’Oriente, di lutti e di solitudine.
In una notte d’inverno, qualcuno bussa al portone del castello di Casale: è un adolescente di quindici anni, accompagnato da tre compagni fedeli, e reca una lettera di Francesco I di Valois per la marchesa Anna. Il re le chiede di accoglierlo nella sua dimora, perché non si tratta di un ragazzo qualsiasi. Gearóid Mac Gearailt è, infatti, il figlio dell’ultimo viceré irlandese d’Irlanda e da anni i sicari di Enrico VIII Tudor lo braccano attraverso l’intera Europa. Gearóid ha anche un avversario feroce, all’interno della sua stessa famiglia: si atteggia ad amico eppure ha già tradito, condannando a morte persino il proprio padre, e tornerà a tradire, per  assicurare a sé stesso il titolo di conte. Tra intrighi, amori contrastati e ricordi del passato, riuscirà Anna a salvare il giovane irlandese dalle insidie che lo minacciano?

Dietro la tenda – Maura Maffei

17.50

Irlanda, 1746.

Sullo sfondo maestoso del Connemara, due famiglie di antica nobiltà sono coinvolte in un avvenimento inaspettato: il ritorno in patria di alcuni irlandesi che hanno lasciato Vienna.

Chi sono? Lavorano in una strana falegnameria che sorge in mezzo alla campagna e che appartiene a Hugony Newman, il pastore anglicano del villaggio. Eppure celano sotto i panni rozzi di carpentieri ben altra identità!

Un falegname in particolare, dal carattere fiero e impetuoso, conquista il cuore di Labhaoise, figlia dell’odiato Colla Clare, sulla quale anche l’astuto reverendo Newman ha posato gli occhi. Per entrambi, tuttavia, si tratta di un amore impossibile, perché un atroce delitto riemerge dal passato e, mentre tutto si complica, pretende vendetta.

Maura Maffei e Rónán Ú. Ó Lorcáin narrano al lettore una storia indimenticabile, ricca di colpi di scena, che è anche un fedele e potente affresco dell’Isola di Smeraldo all’epoca delle famigerate Leggi Penali.

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