E’ ormai di qualche giorno la notizia che Mondadori, uno dei più importanti gruppi editoriali, acquisisce Anobii, social network dedicato ai libri e ai lettori. Con circa 1 milione di iscritti (in tutto il mondo) e una nutrita partecipazione italiana, il social permette di crearsi una “libreria”, in cui inserire i titoli letti, da leggere, desiderati, ecc e quindi commentarli, recensirli, condividerli, attraverso gruppi o amici nel più classico stile sociale.
Sorridevo mentre scrivevo “nutrita partecipazione italiana”, pensando ad una nazione dove ci sono più scrittori che lettori, ma soprattutto sono stra convinto che molti degli iscritti a Anobii italiani lo sono solamente perché è l’ennesimo “social-fenomeno” e per nulla o quasi interessati a condividere le proprie esperienze di letteratura. Sarò lieto di essere smentito.
Tornando a Mondadori, ha dichiarato che l’intenzione è quella di far prosperare la comunità e far crescere la lettura come fenomeno di condivisione. Lodevole, ma in fondo, come poi hanno aggiunto, ci sono sempre i motivi commerciali più che etici: una così vasta community mondiale di (ipotetici) lettori, permette di sapere dove vanno le tendenze e di capire cosa desidera leggere e discutere il pubblico. E quindi, di poter indirizzare i propri piani editoriali in quella direzione (sempre mantenendo alto il cartello del “pubblico quello che vende, non quello che piace”.
Insomma, piuttosto di rischiare di fare pesanti investimenti (come se fosse mai stato un problema, viste le perdite) nel senso sbagliato, meglio investire in una comunità di lettori per non investire in errori.
Dovremo aspettarci subliminali promozioni dei titoli che orbitano attorno a Mondadori? Nel mio pensiero, ovvio che si. Magari non sotto forma di palesi banner e rimandi, ma in altri modi. E intanto vediamo un’altra piattaforma libera che viene imprigionata, in nome del commercio.
Cosa ne pensate?