L’autunno è infine giunto colorando delle sue calde tinte l’ambiente tutto intorno a noi.
I prati hanno iniziato a popolarsi di gocce di rugiada e di foglie che, timide, cadono dagli alberi il cui verde brillante ha lasciato spazio al rosso, all’arancione, al giallo.
Il profumo del sottobosco comincia a invadere le nostre case e una sensazione di calore e calma si diffonde nell’atmosfera.
Sono i colori i veri protagonisti dell’autunno così come lo sono della primavera, due momenti durante cui la natura inizia a morire e a rinascere poco alla volta.
Portatore di vita e veicolo di energia, il rosso, in tutte le sue sfumature, è il re indiscusso di questa stagione. Comunemente associato al sentimento amoroso, esso è presente al centro della copertina del nuovo libro scritto da Carmelo Cossa, AMORE AMARO. Un romanzo che tratta di una relazione tribolata e travolgente tra un uomo e una donna ormai non più giovani. Una lettura adatta a chiunque senta la necessità di ritrovare parte di sé dopo aver vissuto un sentimento così intenso e capace di mutare profondamente le parti in gioco e a colui/colei che abbia il desiderio di tuffarsi in una storia profonda e passionale.
Dal rosso, all’arancione, veicolo di serenità, la stessa sensazione che è in grado di trasmettere la copertina di LA CONQUISTA DELLE TERRE SELVAGGE (1800-1805) di Domenico Rizzi. Un curioso appuntamento con un pezzo di storia della civiltà occidentale il cui mito sembra essere intramontabile, un saggio in cui l’autore esplora il processo di espansione della civiltà occidentale nelle polverose terre del West abitato dai nativi americani. Raccontando di personaggi noti – come John Colter, Davy Crockett e Kit Carson – Rizzi arricchisce questo suo ultimo volume con una nutrita bibliografia e un apparato iconografico composto da immagini e fotografie d’epoca.
Dopo l’arancione, il giallo, il colore della vita, quella stessa esistenza che viene raccontata nell’ultimo scritto di Fabrizio Berlincioni, PASSEGGERO SENZA BIGLIETTO, una raccolta di aneddoti e racconti di una vita racchiusa in un tempo riempito, poco alla volta, di tante parole. Un libro che invita il lettore alla riflessione e a godere della bellezza della poesia a cui il linguaggio umano è in grado di dare vita.
Ed ecco che il giallo si fa più tenue prendendo le sfumature più calde dell’ocra, simbolo di forza, caratteristica che contraddistingue la protagonista di MAISSA E IL DEY D’ALGERI, un romanzo scritto da Simonetta Delussu. A seguito del rapimento da parte di pirati algerini approdati sulle coste della regione sarda dell’Ogliastra nel mese di luglio del 1812, Maria (Maissa) riesce a trasformare la propria condizione di prigioniera in quella di favorita agli occhi del Dey, una posizione di potere che le renderà più difficile affrontare il futuro che sembra prospettarsi di fronte ai suoi occhi. Un romanzo che ha il sapore salato del mare sardo e il profumo d’incenso delle terre del Nord Africa.
A sorreggere la folta chioma degli alberi, un tronco forte che ne garantisce la sopravvivenza. Possono essere tante le sue sfumature ma il colore a cui l’immaginario ci lega è il marrone, la tinta che pervade la copertina della riedizione de IL GRANDE RASTRELLAMENTO di Ermanno Mariani. Dieci racconti ambientati durante l’inverno del 1944-1945 nel territorio del piacentino, un momento buio per la storia del nostro Paese e del mondo intero in cui la tenacia e la forza di tanti uomini e donne ha permesso la rinascita di una società andata in frantumi. Una lettura adatta a un pubblico che provi il desiderio di immergersi in un’atmosfera che ormai consideriamo lontana ma di cui è bene conservare la memoria per il mondo a venire.
Nonostante i colori caldi prevalgono in molti paesaggi naturali, qualche macchia di verde sembra essere ancora visibile. E allora, ecco che ad accompagnarci in questo ultimo respiro di vita arriva la mano di Maura Maffei, la quale racconta nel suo ultimo romanzo, intitolato PRIMAVERA D’IRLANDA, la storia di un giovane guerriero il cui cuore viene più volte messo alla prova e alle cui domande solo il vecchio vescovo Patrizio potrà, forse, dare risposta.