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Silvia LorussoLa rubrica di Parallelo45 dedicata a conoscere meglio i nostri autori continua, oggi, con una interessante intervista a Silvia Lorusso Del Linz, giornalista, drammaturga e regista teatrale, ma sopratutto scrittrice di talento, che con la nostra casa editrice ha pubblicato il romanzo storico “Giulia, una donna fra due papi”. Incentrato sull’affascinante figura femminile di Giulia Farnese, donna al centro della Storia di Roma, il romanzo di Silvia capovolge la tradizionale interpretazione della Storia, che vede al centro delle vicende politiche sempre e solo uomini.

La riflessione su questa figura così misteriosa e intrigante diventa un’occasione per approfondire con Silvia i temi della cultura in Italia e del ruolo della donna all’interno di essa, ai giorni nostri.

 

  • Come è nata la tua voglia di scrivere romanzi? C’è sempre stata o è arrivata in seguito a un evento particolare, un episodio importante della tua vita?

La passione della lettura e della scrittura la coltivo da sempre. Ho lavorato molti anni come giornalista per diversi quotidiani, dedicandomi al contempo all’attività di drammaturga, e successivamente approdando poi alla regia. Ho creato numerosi testi per il teatro, e il passo dalla drammaturgia alla narrativa è stato quasi consequenziale per me. Aggiungo che ho sempre avuto la convinzione che nel tempo mi sarei dedicata alla stesura di romanzi.

 

  •  Il tuo lavoro come regista e drammaturga teatrale ti permette sicuramente di avere una visione privilegiata sul panorama culturale italiano: quali sono le tue riflessioni a questo proposito? Quali sono le differenze tra l’Italia e gli altri Paesi europei?

Personalmente noto una certa contraddizione: da una parte, un immobilismo nell’incentivare la cultura nella sua accezione più ampia; dall’altra, fermenti sparsi e frammentari che non hanno efficacia in termini di visibilità e continuità. L’Italia, a differenza degli altri paesi europei, in particolare della zona del nord Europa, non investe nella cultura nelle sue molteplici forme espressive, e l’impressione che ne deriva è quello di una nazione “vecchia”, arroccata a baluardi che detengono le fila di ciò che può essere finanziato e degno di nota. La cosa che è più finanziata in Italia è la politica, la cultura viene citata ma non valorizzata e meno che mai finanziata quanto dovrebbe. Risulta molto difficile, sia nel  teatro che in altre forme espressive, comprese le arti figurative, riuscire a creare una stabilità e una continuità. Nelle piccole realtà spesso si trovano fermenti che non hanno modo di crescere e veicolare per la mancanza di finanziamenti da parte degli enti pubblici. Questo costringe gli artisti a dover realizzare le loro opere con molta fatica, privando la comunità di ciò che rende civile ed elevata Giulia Farneseuna società: la cultura.

 

  • Come è nata l’ispirazione per il tuo romanzo “Giulia, una donna fra due Papi”?

Per un periodo della mia vita ho vissuto per lavoro a Roma. La sera l’impegno in teatro, durante il giorno mi recavo in siti e musei dedicandomi così alla parte culturale e storica di Roma. Gli edifici di San Pietro, Palazzo Farnese, la residenza dei Conti Orsini, mi hanno fatto viaggiare: mi sono immersa in un’epoca, scoprendo un volto di donna, quello di Giulia Farnese.

 

  • Che tipo di scrittrice sei: scrivi di getto o prepari scalette, bozze, micro riassunti? Hai abitudini particolari legate alla scrittura?

Entrambe le cose. Scrivo di getto e al contempo fisso dei punti fondamentali inerenti lo sviluppo della storia in modo da mantenere le linee guida che mi sono prefissata. Circa le abitudini particolari legate alla scrittura… Sì, una c’è: il mio cagnolino Camillo che mi fa compagnia mentre sono al pc.

 

  • Quali sono gli scrittori e i libri che ti hanno influenzata maggiormente?

Virginia WoolfPer me è estremamente difficile rispondere, leggo moltissimo, da sempre. Sicuramente Virginia Woolf rappresenta un pilastro nel mio percorso, come altri autori del Novecento. I classici e i filosofi antichi, come Eschilo, Platone. Sono appassionata di storia e testi come “Il pendolo di Focault” e “Il nome della rosa” di Umberto Eco; Julia Navarro con “Il sangue degli innocenti” e Alexandra Lapierre con “Artemisia”; Anne L. Marstrand-Jørgensen con “La guaritrice. Storia vera di Ildegarda di Bingen”,  mi entusiasmano.

 

  • Hai qualche consiglio per gli aspiranti scrittori?

Leggere, e tanto. Ci sono moltissime persone che scrivono, ma non altrettante che leggono.  La lettura affina la stesura, amplia la conoscenza sia nei contenuti che nell’uso della terminologia. Ovviamente occorre avere talento e abilità nell’esprimerlo.

 

  • Con Parallelo45 hai pubblicato il romanzo “Giulia, una donna fra due Papi, ispirato alla controversa e affascinante figura di Giulia Farnese; puoi riassumere la storia al centro del libro, per i lettori che ancora non la conoscono?

copertina giulia farneseNel mio romanzo racconto la storia di Giulia Farnese. Affronto il suo personaggio  dal punto di vista prettamente femminile, interiore, cercando di immaginare e di vedere le cose dal suo punto di vista e non all’ombra dello sguardo dei “grandi” al potere che la circondano. Infatti il mio intento è quello di ritrarla oltre il mito della Sponsa Christi, dipingendo un ritratto inedito e profondo di una figura femminile al centro di intrighi e trame di potere, che non si è sottratta al proprio destino, ma l’ha voluto vivere da protagonista e non da vittima. Era una donna bellissima, molto elegante e raffinata, dotata di una intensa umanità. Ceduta adolescente dalla famiglia, il ducato dei Farnese, al cardinale, e poi papa, Rodrigo per ottenere l’ingresso al potere romano, lei è riuscita a non farsi annientare, resistendo e preservando la propria dignità e la propria sensibilità. Nessuno degli uomini che la possedevano, per folle desiderio, diritto familiare e legame coniugale (il cardinale e poi papa Rodrigo Borgia, l’ambizioso fratello Alessandro futuro papa Paolo III, il marito per procura conte Orso Orsini) ha potuto spezzarla.

 

  • Ci sono aneddoti particolari e cose simpatiche che ti sono accadute mentre scrivevi il romanzo?

Sì. Ero agli inizi della stesura, dividendomi fra le ricerche storiche e il romanzo che prendeva forma: una notte, ho visto in sogno Giulia Farnese, in un meraviglioso abito verde smeraldo che mi ha detto: “Racconta la mia storia, quella vera”. E ha sorriso. Ecco, credo si sia trattato di un feeling che ha sfidato le leggi del tempo e dello spazio.

 

  • Quanto è durata e come si è articolata la fase preparatoria al romanzo, di ricerca storica sulla figura di Giulia? Hai scoperto cose che non ti aspettavi?

La fase di ricerca è durata un anno e mezzo fra documenti, biblioteche, archivi e scarne biografie. Tutto ciò che ho appreso su Giulia Farnese è il risultato di una ricerca più estesa attraverso i passaggi storici inerenti le vicende di potere legate alla famiglia Farnese, Borgia, Colonna, Della Rovere etc. La sua figura è collegata ai personaggi di rilievo che hanno scritto la storia del tempo, uomini che hanno cambiato il volto delle alleanze che regnavano. Per le donne, come Giulia, le cronache sono deducibili all’ombra delle gesta degli uomini potenti come appunto Rodrigo Borgia e Alessandro Farnese. Non è stato un compito facile ricavare informazioni dettagliate,. I protagonisti della Storia, così come ci viene tramandata, sono uomini. Le donne venivano viste come figure “collaterali”.

 

  • Giulia Farnese è una figura femminile forte e significativa, protagonista della Storia ma, come per ogni donna della Storia, più per la sua bellezza e le sue relazioni che per la sua incisiva influenza ‘politica’. Secondo la tua opinione, i secoli hanno modificato questo ruolo femminile, hanno consegnato alle donne il ruolo che meritano o, ancora oggi, siamo condannate a stare in secondo piano, nella storia politica, come nella cultura?

Nel mio romanzo si evince come al contrario Giulia Farnese ebbe un ruolo fondamentale nel tracciare i percorsi legati agli uomini che la circondavano. Riallacciandomi alla domanda precedente, nonostante la loro influenza, venivano però descritte solo gli aspetti legati alla bellezza e alle sue relazioni. Circa la situazione odierna, ritengo che le donne abbiano ottenuto diversi traguardi, ma non la considerazione a pari livello con il genere maschile. Gli incarichi più importanti restano comunque pochi rispetto agli uomini, nella politica poi l’Italia non ha ancora elevato le donne ad un ruolo primario. Credo infatti che sia un miraggio per una donna accedere alla carica di Presidente del Consiglio. Anche per la cultura nel nostro paese è difficile che vengano dati incarichi di effettivo potere e prestigio, basta osservare quanti direttori di teatro e di festival siano donne e la visone è chiara. Nell’editoria ci sono molte editor donne, però i vincitori di premi prestigiosi come Lo Strega sono uomini, nonostante ci siano delle autrici molto brave.

 

  • Chi è la prima persona a cui hai fatto leggere il libro?

Mio marito, Graziano, che mi è stato accanto nella stesura.

 

  • Quali sono i tuoi progetti futuri? Hai già un’idea per il prossimo romanzo?

Certo, un altro romanzo storico che è quasi ultimato